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Blog inerente le vertigini

Argomenti discussi dal dott. Alfonso Scarpa specialista in otorinolaringoiatria

Il dott. Alfonso Scarpa, specialista in otorinolaringoiatria, dedito ai disturbi dell'equilibrio e ai disturbi vertiginosi, offre una diagnosi accurata e una successiva terapia adeguata delle vertigini mediante un sistema di video-oculoscopia all'infrarosso.
La vertigine, intesa come erronea percezione del movimento dell'ambiente intorno a noi, può essere o meno associata a disturbi dell'udito (ipoacusia, acufeni, ovattamento) e presso lo studio medico del dott. Scarpa vengono effettuati tutti gli esami necessari per un corretto inquadramento delle vertigini e dell'udito.
Non tutti sanno che, nella stragrande maggioranza dei casi, le vertigini sono dovute al distacco di "piccolissimi sassolini" chiamati otoliti nell'orecchio che con opportune manovre vengono rimossi già durante la prima visita medica con scomparsa definitiva della sintomatologia vertiginosa.


Il dott. Scarpa è Dirigente medico presso l'Ospedale di Salerno "San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona" e professore a.c. presso l'Università degli Studi di Salerno - Master di Otoneurologia



Studio medico:

Via Barbarulo, 116 - Nocera Inferiore
Per prenotare una visita chiamare la segreteria i sunti numeri: 3396427617 

oppure 08119502502 

Le Vertigini


Per vertigini si intende una erronea percezione di movimento dell'ambiente o di noi stessi.
Tale sintomo, essendo solitamente improvviso, di notevole intensità, e poiché altera i normali rapporti spaziali del soggetto, è solitamente associato ad uno stato di grande spavento e di vera e propria ansia.
Nella genesi dello stato di ansia non è di poca importanza il fatto che il soggetto non è in grado di identificare la sede della sua malattia e si sente impotente di fronte all’immobilità cui è costretto durante la crisi.  Accanto alla vertigine spesso si associano turbe neurovegetative, quali nausea, vomito, sudorazione, tachicardia, che oltre ad essere estremamente fastidiosi sono particolarmente debilitanti.
Purtroppo le poche conoscenze a riguardo di questo frequentissimo disturbo qual è la vertigine portano ad allungare i tempi diagnostici e quindi terapeutici. E’ quasi la norma vedere pazienti in ambulatorio che hanno effettuato molteplici esami radiologici (risonanze, TAC, radiografie cervicale, doppler TSA etc.) e visite specialistiche (ortopediche,neurologiche,otorinolaringoiatriche etc.) senza aver mai praticato quello che è l’esame cardine ossia “l’esame vestibolare”. 

L'esame vestibolare

L'esame vestibolare è essenziale ogni qual volta ci troviamo di fronte ad un soggetto con sindrome vertiginosa.
Esso consiste nel fare indossare al paziente occhiali particolari (occhiali di frenzel) debolmente illuminati, o in alternativa mediante un sistema più sofisticato di video-oculoscopia all'infrarosso(vedi fig. in basso a destra). In questo modo vengono valutati i movimenti oculari sia involontari (come il nistagmo) sia volontari (come i movimenti di inseguimento lento e quelli rapidi).
L'esame viene effettuato su un lettino prima con le gambe fuori e poi facendo assumere al paziente varie posizioni (sdraiato, sul fianco destro e sinistro, con la testa fuori dal lettino etc.).

L'esame vestibolare rappresenta uno strumento utile per individuare la causa della vertigine e molte volte, qualora la causa sia rappresentata dal distacco di piccoli sassolini nell'orecchio, chiamati otoliti, vengono effettuate delle manovre atte a riposizionare gli otoliti, con la scomparsa definitiva della sintomatologia vertiginosa(vedi il video sotto).




Neurite vestibolare

La neurite vestibolare rappresenta la 2° causa più frequente di vertigine oggettiva improvvisa.
Essa è dovuta ad una infiammazione del nervo vestibolare la cui causa sarebbe riconducibile ad una infezione virale o ad un insufficiente apporto vascolare labirintico.
Si presenta con una intensa vertigine improvvisa, spesso rotatoria, accompagnata da nausea e vomito che costringe il paziente a rimanere a letto per ore o giornate intere.
La diagnosi si basa sul: racconto anamnestico, nistagmo spontaneo unidirezionale, otoscopia ed esami audiometrici negativi.
Il quanto prima possibile va instaurata una terapia cortisonica con risultati eccellenti già dopo le prime ore di trattamento e successivamente va iniziato il trattamento riabilitativo.
Con un trattamento adeguato il 50% dei pazienti guarisce completamente dopo 3 mesi, il 75% dopo 6 mesi. Se vuoi approfondire clicca su: neurite o labirintite

Vertigine vascolare



Per vertigine vascolare si intende qualsiasi manifestazione di vertigine soggettiva, oggettiva o di disequilibrio la cui causa scatenante è la ridotta o mancata perfusione degli organi vestibolari all'interno dell'orecchio e/o nel sistema nervoso centrale.
A seconda delle sedi e del tempo di ipoafflusso ematico possiamo avere differenti quadri clinici.
E' tipico il quadro del paziente anziano affetto da ipertensione, diabete, dislipidemia, vasculopatico il quale riferisce episodi di vertigine di breve durata (alcuni secondi o pochi minuti) accompagnati da una riduzione della vista e mancanza di forza.
La diagnosi è sostanzialmente clinica (importante è l'anamnesi e l'esame clinico/vestibolare) avvalorata da esami radiodiagnostici (doppler TSA; angio-RMN etc.) e quindi la terapia il più delle volte è farmacologica. Infatti alla terapia cronica che spesso il paziente anziano assume quotidianamente va associata una terapia vasoattiva, antitrombotica, regolatrice del flusso sanguigno atta a migliorare il flusso ematico.

Malattia di Ménière

La Malattia di Ménière è un'affezione che colpisce l'orecchio interno caratterizzata da un'aumento della pressione dei liquindi labirintici (endolinfa e perilinfa) con la conseguenza di disturbi uditivi e dell'equilibrio.

I sintomi tipici sono rappresentati da ipoacusia, acufeni, ovattamento auricolare e vertigini.
La maggior parte delle volte il paziente riesce a predire l'episodio vertiginoso in quanto esso è preceduto inizialmente dall'ovattamento auricolare e calo dell'udito quindi acufeni ed infine vertigini oggettive.
La diagnosi si basa oltre che sull'anamnesi e sulla sintomatologia, sul quadro audiometrico con ipoacusia neurosensoriale fluttuante prevalentemente sulle basse frequenze.
La terapia si avvale di farmaci quali la betaistina(vertiserc, microser), diuretici osmotici(glicerolo, mannitolo), cortisonici, etc.
In casi selezionati è indicato un intervento chirurgico con infiltrazione endotimpanica di gentamicina.

Iniezione intratimpanica di gentamicina

Nei pazienti affetti da Malattia di Ménière monolaterale che non rispondono adeguatamente alle terapie mediche è possibile avvalersi della iniezione intratimpanica di gentamicina. La gentamicina è un antibiotico aminoglicosidico avente una tossicità selettiva verso il labirinto e meno verso la coclea(organo dell'udito).
La procedura consiste nell'iniettare una determinata quantità di gentamicina solfato all'interno della cassa timpanica attraverso una puntura della membrana timpanica dopo averla opportunamente anestetizzata.
Tale metodica, indolore, ha lo scopo di rendere non più funzionante il labirinto patologico con la scomparsa delle crisi vertiginose. Il numero di iniezioni è variabile da persona a persona ma in genere sono sufficienti 3-4 a distanza di almeno 1 settimana l'una dall'altra.
Si ricorda che gli effetti terapeutici del trattamento sono sulle vertigini e non sugli acufeni o sull' ovattamento auricolare che potrebbero talvolta anche diminuire. L'effetto collaterale indesiderato è il peggioramento dell'ipoacusia monolaterale che il più delle volte non supera i 15 dB.

Parossismo vestibolare

Il parossismo vestibolare è definito come brevi attacchi di vertigine della durata di pochi secondi, che ricorrono spesso nella stessa giornata. E' una diagnosi molto difficile da effettuare in quanto l'esame vestibolare risulta essere il più delle volte negativo durante la visita medica. La causa sarebbe riconducibile ad una compressione vascolare del nervo vestibolare.
Utile ai fini diagnostici è il test di iperventilazione durante l'esame vestibolare che risulta positivo in circa il 70% dei soggetti affetti. Il farmaco di elezione è la carbamazepina a basso dosaggio.

“Dizziness” soggettivo cronico


Si intende una condizione di instabilità e di barcollamento presente tutta la giornata con alti e bassi. I sintomi peggiorano in piedi e quando si cammina, mentre si riducono quando ci si siede o addirittura scompaiono quando ci si sdraia. Inoltre, l’instabilità peggiora in condizioni particolari: muovendo attivamente o passivamente la testa o il corpo, seguendo oggetti in movimento, leggendo o scrivendo, camminando per esempio nei centri commerciali. Questa condizione è secondaria ad un evento acuto o ricorrente come una disfunzione vestibolare periferica o centrale (vertigine parossistica posizionale, malattia di Meniere, vertigine emicranica), patologie varie (trauma cranico, colpo di frusta, aritmie), disordini psichiatrici (attacchi di panico, ansia generalizzata). Gli esami otoneurologici risultano negativi se non per un disturbo vestibolare preesistente mentre è tipico ed unico il quadro della posturografia statica e dinamica. La causa di questo disturbo va ricercata in un fallimento del riadattamento dopo un evento acuto, favorito da un uno stato ansioso. Il trattamento medico consiste nell’utilizzo di farmaci inibitori della ricaptazione di serotonina e/o noradrenalina, associato a rieducazione vestibolare e terapia cognitivo-comportamentale.

La vertigine cervicale

Contrariamente a quanto si pensa i disturbi vertiginosi dovuti a problemi cervicali sono molto rari. Infatti la comune artrosi cervicale non determina mai vertigini oggettive ma può determinare nelle forme marcate senzazione di instabilità posturale.
La vertigine cervicale è una entità ben precisa causata spesso dal colpo di frusta cervicale, traumi cranici etc.
Si manifesta con vertigini oggettive, soggettive o perdita di equiibrio allorquando vengono effettuati delle torsioni del capo attorno al proprio asse come quando si gira la testa verso destra o sinistra o ancora verso il basso o l'alto.
La vertigine cervicale di solito non è associata a disturbi uditivi mentre può essere accompagnata da otalgia.

Le cause certe risiedono o in una compressione vascolare o in una compressione midollare.
La diagnosi si basa sull' esclusione di altre patologie, sulla presenza di nistagmo durante movimenti del capo e sulla preseza di segni tipici alla risonanza magnetica.
La terapia si basa prevalentemente su esercizi fisici da effettuare a casa oppure in centri specializzati. Talvolta un trattameto farmacologico con miorillassanti può essere utile.

Vertigine emicranica

Patologia molto frequente e a carattere familiare l'emicrania colpisce prevalentemente il sesso femminile.
La manifestazione più comune e sicuramente più frequente è la cefalea che si presenta spesso unilaterale, migrante, pulsante, resistente ai comuni antidolorifici.
La cefalea molte volte si accompagna a vertigine(vertigine emicranica associata) o viene da questa sostituita(vertigine emicranica equivalente). Gli episodi ricorrenti di vertigine e/o cefalea possono manifestarsi a seguito di fattori scatenanti quali privazione del sonno, squilibri ormonali, alimenti vari, stress emotivo etc.
La diagnosi si basa sostanzialmente su una attenta anamnesi dopo aver escluso altre cause di vertigine periferica o centrale.
Uno stile di vita sano ed una corretta alimentazione associati il più delle volte ad appropriato trattamento farmacologico sono alla base del successo terapeutico.

Vertigini centrali

Non raramente sintomi vertiginosi, instabilità posturale possono essere la spia di un disordine centrale(tronco encefalo, cervelletto) di varia origine(vascolare, neoplastica, degenerativa etc.).
Nella maggior parte dei casi si associano altri sintomi come la visione doppia, l'atassia, parestesie, difficoltà nell'articolare il linguaggio, disturbi della memoria o talvolta essere l'unico sintomo.
In questi casi l'esame vestibolare presenta segni tipici per patologia centrale(v.filmato) ed una buona anamnesi ed esame obiettivo possono condurre ad una diagnosi presunta poi confermata da indagini radiologiche come la TAC e la RMN.
La terapia dipende dalla patologia e può essere medica o chirurgica e minore è il tempo per diagnosticarla migliore sarà la prognosi.